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mercredi 14 octobre 2009

@GALLERIA MORONE - MILAN

Dal 22 ottobre sulle pareti della Galleria Morone si potranno ammirare e confrontare le opere di tre importanti Maestri dell’arte informel: Georges Mathieu, Mattia Moreni e Jean-Paul Riopelle.
“Veemenze confrontate”, come recitava il titolo d’una cruciale esposizione parigina del 1951 organizzata da Michel Tapié, sono quelle che animano, sontuose e tese, le pitture dei tre artisti, in quel passaggio tra anni Cinquanta e Sessanta che rappresenta il punto di apice e di conflagrazione dell’idea storica di pittura.

“Quantità di materia oscura e inerte, disagiata e dalla periclitante identità, che si trama nell’interazione di gesti bruschi e immediati, come in costruzione ansiosa ed impreventiva” (come recita il testo di F. Gualdoni), questi i tratti che finiscono con l’accomunare i tre artisti, dagli esordi così differenti: Mathieu e Riopelle si calano da protagonisti nel crogiolo del capitale dibattito parigino, Moreni, attrattovi sin dagli anni formativi, vi si stabilisce per un decennio, 1956-1966, la stagione sua decisiva.

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Du 22 Octobre sur les murs de la Galleria Morone vous pouvez voir et comparer les travaux de trois grands maîtres informel: Georges Mathieu, Mattia Moreni et Jean-Paul Riopelle.
«Visage véhémente», comme dit le titre d'une exposition touche à Paris en 1951 organisée par Michel Tapié, sont ceux qui l'animent, somptueuse et tendue, les peintures de trois artistes, dans le passage entre les années cinquante et soixante qui représente la pic et à l'incendie de l'idée de la peinture historique. Texte de F. Gualdoni.

Heure de début :
22 octobre 2009 à 18:00
Heure de fin :
23 janvier 2010 à 19:00
Lieu :
Galleria Morone, Via Nerino 3, 20123 Milano

Invitation Facebook

mercredi 29 avril 2009

ANTONIO FREILES - MILAN

ANTONIO FREILES - "Ricerca Solitaria"

La galleria Morone presenta la mostra di Antonio Freiles dal nome RICERCA-SOLITARIA, titolo esemplificativo di un percorso sempre diverso di ricerca materica eppure sempre uguale nel tentativo di creare una unica sostanza del colore. Si spiegano così le diverse posizioni critiche che hanno interpretato il lavoro dell’artista sottolineandone caratteri e problematiche di fondo sempre nuovi: da Guido Ballo a Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Angelo e Piergiorgio Dragone, Sandro Parmiggiani Francesco Poli, Leslie Luebbers, Tommaso Trini, Patricia Trutty-Coohill, Enrico Crispolti, Bruno Bandini, Gianfranco Mantegna, Giovanni Iovane, Marco Meneguzzo, per citare solo alcuni nomi nell’ambito della critica d’arte. Aspetti che hanno giustificato (nomina sunt consequentia rerum) i vari appellativi che le opere dell’artista hanno via via assunto: epifaniche (Crispolti), immaginifiche (Strano), alchemiche (Castellaneta). Appellativi diversi ma sempre tuttavia equidistanti da un unico centro: la ‘pittura-sostanza’ come magma indistinto, «sedimento innaturale» capace di eliminare il diaframma tra «il colore e il supporto, tra la composizione e i tempi di realizzazione, tra la struttura e lo spazio» (Mario Bertoni) per rinviare ad un concetto non effimero e transeunte, connesso alla tecnica, ma imperituro, come la materia dell’universo stesso che può ricombinarsi all’infinito pur nella sua apparente trasformazione o sparizione. Colore, composizione, supporto, spazio, tempo diventano così viatico di un viaggio verso le «sorgenti di ogni figurazione». È il processo che veniva individuato nel 1989 da Vittorio Fagone come «intervento ridefinitorio di una nuova formatività» secondo cui la pittura per Freiles, non è «dipingere su», ma gesto assoluto, processo creativo come nelle chartae in cui la cellulosa si fa istantaneamente forma e colore, una forma e un colore tra le tante forme e colori, le tante possibili combinazioni permanenti nella soluzione acquosa, nebulosa dalle infinite possibilità.
Tutte recenti (2008/2009), in tali opere permane, pur nella varietas, una dimensione dualistica sospesa tra l’ordine, la geometricità, la nordicità della Nuova Pittura — vigile sul piano etico e progettuale — e dall’altro lato l’inquietudine espressiva e mediterranea propria di questi corpi–sostanza. Il divario tra l’effimeratezza della sostanza e l’eternità della forma passa insomma attraverso le luci e le ombre che sono intrinseche alla vera mediterraneità.
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(Traduction Google.com)

La galerie Morone présente l'exposition Antonio Freiles RECHERCHE-Solitario, un exemple d'une autre série encore de matériel de recherche et toujours les mêmes dans une tentative de créer un fond de couleur. C'est ce qui explique les différentes positions critiques qui ont interprété le travail des personnages et les questions de fonds: par Guido Ballo in Gillo Dorfles, Vittorio Fagone et Piergiorgio Angelo Dragone, Sandro Parmiggiani Francesco Poli, Leslie Luebbers, Tommaso Trini, Patricia Trutty-Coohill, Enrico Crispolti, Bruno Bandini, Gianfranco Mantegna, Giovanni Iovane, Marco Meneguzzo, pour ne citer que quelques noms dans le contexte de la critique d'art. Les aspects qui ont justifié (rerum nomina sunt conséquence) les différents noms que l'artiste avait progressivement pris: Epiphanie (Crispolti), imaginatif (Strange), l'alchimie (Castellaneta). Des noms différents, mais toujours la même distance mais à partir d'un seul centre: le "paint-essence» comme indistinct magma, les sédiments non naturelle "qui peut éliminer le diaphragme entre" la couleur, et de soutien, y compris la composition et le calendrier de mise en œuvre, entre la structure et l'espace "(Mario Bertoni) de se référer à une notion qui n'est pas éphémère et transitoire, liée à la technique, mais impérissable, comme le matériel de la même qui peut se recombiner indéfiniment malgré son apparente transformation ou de disparition. Couleur, composition, de soutien, de l'espace, le temps devient le viatique d'un voyage à la source de chaque figure. C'est le processus qui a été identifié en 1989 par Vittorio Fagone comme «l'intervention d'un nouveau ridefinitorio formative argument selon lequel la peinture pour Freiles, n'est pas" sur la peinture », mais le geste absolu, comme dans le processus créatif dans lequel chartae la cellulose est instantanément la forme et la couleur, la forme et la couleur des nombreuses formes et couleurs, les nombreuses combinaisons possibles dans l'eau, assombries par la possibilité infinie.
Tous les récentes (2008/2009), dans ces œuvres reste, même dans varietas, une double dimension suspendue entre la commande, la géométrie, le nord de la Nouvelle Peinture - vigilant sur l'éthique et la conception - et, d'autre part la préoccupation Méditerranée et de son expression dans ces corps-substance. L'écart entre le fond et la forme courte éternité effimeratezza passe par les lumières et les ombres qui sont intrinsèques à la véritable Méditerranée.

Heure de début :
7 mai 2009 à 18:00
Heure de fin :
26 juin 2009 à 19:00
Lieu :
Adresse :
Nerino 3
Ville :
Milano, Italy


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mercredi 18 février 2009

FRANCO MAZZUCCHELLI - MILAN

Le possibilità espansive dei materiali sintetici sono il campo d'azione in cui Mazzucchelli cerca -fin dagli anni Sessanta- una relazione dinamica tra opera e luogo sociale, tra progettazione dello spazio e partecipazione dello spettatore.

La finalità è di realizzare sculture come eventi plastici da abbandonare nei luoghi stessi della loro collocazione, aree dismesse, parcheggi, fabbriche, zone periferiche oppure siti storici e monumentali.

Il dinamismo delle volumetrie plastiche rimanda ai comportamenti delle avanguardie storiche: lo spaesamento e la messa in crisi dei valori stabili, la dilatazione dei perimetri e l'energia esplodente dei materiali, la sospensione dei corpi e il superamento delle misure circoscritte.

Mazzucchelli intende infatti teorizzare una strategia che privilegia la logica dell'oggetto-quadro, dell'oggetto come puro godimento estetico, destinato ai circuiti di mercificazione dell'arte, naturale destino di ogni prodotto culturale.

Oggi Mazzucchelli lavora su singole unità che sembrano estrapolate da quel contesto, si serve di una grammatica basata sul succedersi di punti in rilievo e in rientranza, valori di attivazione sensoriale dello spazio riportati nella misura del quadro-oggetto. E' dunque libero di sperimentare una tecnologia di cui conosce ogni minimo segreto, talmente padrone di ogni aspetto esecutivo che il gioco decorativo diventa un sistema organizzato di forme e colori, di perimetri e rigonfiamenti, di volumi e linee di saldatura, in sostanza un codice aperto a infinite combinazioni.

Curator: Claudio Cerritelli

Date :
jeudi 26 février 2009
Heure :
18:00 - 21:00
Lieu :
Galleria Morone
Adresse :
Nerino 3
Ville :
Milan, Italy


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